Oggi, 8 marzo 2022, giornata internazionale dedicata alle donne, sentiamo forte l’impegno a dire NO alle guerre che tanti danni comportano allo sviluppo delle Stati e delle civiltà. Ogni guerra ha portato con sé un peggioramento delle condizioni di vita delle popolazioni e delle donne che si fanno carico di tutti gli aspetti di resistenza ed esistenza. Mentre gli uomini combattono, le donne lottano per la vita dei figli, si fanno carico di tutti gli aspetti di resistenza ed esistenza.
Dall’Afghanistan all’Ucraina, la rappresentatività delle donne va potenziata! La guerra di invasione dell’Ucraina da parte della Russia ci preoccupa e ci fa apprezzare ancor di più l’assetto democratico dell’Europa e italiano.
La nostra vita democratica è tale dal diritto di voto esteso alle donne nel 1946, dopo la guerra di liberazione dal nazi-fascismo. La democrazia non ha ancora espresso del tutto il suo potenziale allargamento, poiché una grossa parte della popolazione non è presente nelle scelte e nelle responsabilità: le donne sono rappresentate per circa il 30%. E un numero crescente di elettrici non va a votare.
Rilanciare il concetto delle opportunità per donne e uomini a partire dal quinto punto dell’Agenda U.E. 2030 per lo “sviluppo sostenibile”è l’obiettivo strategico e cruciale per il conseguimento di tutti gli altri.
Non si tratta solo di una questione di uguaglianza di diritti ma di un tema strategico: una maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro, negli incarichi direttivi, nei ruoli istituzionali, è un contributo fondamentale anche alla crescita della nostra città.
Legare i diritti con le trasformazioni economiche in atto è la giusta strada per includere e non discriminare.
Chiediamo che le candidate siano rappresentanti di mondi e professioni diversi, in particolare esperte in economia, informatica, attività produttive e sviluppo della città e che il numero delle candidate sia al di sopra delle norme di legge: le competenze presenti in città lo consentono.
Che sia creato un osservatorio sull’attuazione del PNRR cittadino, che preveda un’adeguata presenza di donne, con la responsabilità di un’esperta in politiche economiche e sociali.
Che i programmi accolgano le indicazioni a noi pervenute attraverso il questionario “Parla, Genova” rivolte alla cura del luogo dove viviamo e dei servizi per migliorare la vita sociale e la salute.
Che per i giovani vi siano opportunità di lavoro e non siano costretti ad andarsene.
E allora, ci rivolgiamo alle segreterie dei partiti di Genova perché traducano nelle liste elettorali questi principi. Perché si concentrino nei programmi speranze per migliorare la qualità di vita delle cittadine e dei cittadini genovesi.