Sabato è arrivata la notizia dell’identificazione del molestatore sugli autobus salito alla cronaca a fine marzo. Il passo avanti nelle indagini è positivo, sebbene il presunto colpevole sia a piede libero, anche se denunciato.
Mercoledì 7 aprile le socie di UDI Genova hanno avuto il piacere di ospitare in sede Kimberly e Benedetta Castellaro, le due protagoniste loro malgrado di una vicenda che poteva essere l’ennesima storia di molestie, ma che non solo è diventata un simbolo, ma che sta scoperchiando il problema nella città di Genova.
Ripercorriamo i fatti
Il 30 marzo 2021 Benedetta Castellaro denuncia sui social le molestie subite da Kimberly, la sua migliore amica, prima su un autobus e dopo presso il Comando Compagnia Carabinieri di Ge-Sampierdarena. Avvicinata da un uomo che si è masturbato davanti a lei sul bus, in pieno giorno, la giovane donna ha infatti subito l’indifferenza del personale AMT presente alla fermata dov’è scesa e ha chiesto aiuto (l’unica indicazione ricevuta è stata chiamare i Carabinieri). La beffa oltre al danno, se così vogliamo chiamarla, i complimenti fuori luogo a minimizzare l’accaduto dal Carabiniere preposto a recepire la denuncia.
È possibile che nel 2021 sia considerato legittimo “provarci” da un uomo in divisa mentre si dovrebbe concentrare su un episodi di molestie? O pronunciare frasi che mettono ancora più a disagio una donna che ha subito una molestia, quasi come se fosse lei la responsabile?
Benedetta Castellaro rimane shockata non solo dall’episodio di molestie in sé, ma da tutto quello che è successo dopo, e pubblica la storia, invitando le donne di Genova a raccontare le loro esperienze di molestie sugli autobus genovesi.
Il risultato è sconcertante: più di 300 storie raccolte in pochi giorni, moltissime di ragazze minorenni
Il numero di episodi raccontati in così poco tempo conferma che avvenimenti di questo tipo non sono casuali e sporadici, bensì sistemici in una società patriarcale e sessista come quella in cui viviamo. Colpiscono le storie di ragazze e donne che raccontano fatti subiti a dodici, tredici, quattordici anni, in pieno giorno.
Colpisce nelle testimonianze raccolte l’indifferenza delle persone intorno, quasi come se fosse un male inevitabile. Eppure non è così.
La mobilitazione attivata da Benedetta ha spinto UDI a organizzare un incontro con Elena Bruzzese, Segretaria Provinciale di CGIL, Francesca Parodi, Segretaria dei delegati AMT presso la CGIL, e di Monica Dagnino, operatrice del Centro Per Non Subire Violenza.
Insieme, dopo aver discusso dell’accaduto, siamo giunte alla conclusione che l’unico modo possibile per prevenire tali episodi è sensibilizzare la cittadinanza. Siamo consce del fatto che fino a questo momento poco o nulla è stato fatto in termini di educazione al rispetto delle differenze e dell’educazione sulle molestie. Ma è il momento di cambiare.
Si rendono necessarie maggiori ore da dedicare a tali argomenti, a partire dalla scuola fino all’educazione alla cittadinanza.
Ovviamente, la politica deve prendersi le proprie responsabilità. Su un articolo di Genova24 il Presidente di Regione Giovanni Toti e il Sindaco di Genova Marco Bucci affermano che
“serve un cambiamento totale nella mentalità e soprattutto una presa di coscienza da parte di tutti di fronte a ogni tipo di violenza sulle donne in quanto tali”.
Nonostante questa affermazione, che lasciava ben sperare, entrambi hanno deciso di non commentare la molestia subita dalla ragazza avvenuta nella caserma dei Carabinieri, dove si era recata per denunciare il fatto. Se la molestia sull’autobus è grave, infatti, lascia senza parole che ancora uomini in divisa dimostrino una sensibilità così scarsa nei confronti di donne vittime di molestie.
Uno spiraglio di luce arriva l’8 aprile. Il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno in cui si chiede al Sindaco e al Presidente di Regione di attivare un tavolo di lavoro con:
- Assessori competenti
- AMT
- Centri antiviolenza
- Ufficio Scolastico Regionale
- Università
- Organizzazioni sindacali
- Forze dell’ordine
Lo scopo è attuare programmi di sensibilizzazione e formazione a Personale AMT, studenti e alla cittadinanza tutta. Per affrontare il problema delle molestie è necessario imparare a riconoscere gli episodi. Imparare come affrontarli, sia per chi li subisce (molte ancora preferiscono non denunciare temendo le ripercussioni) che per chi deve occuparsene. Ma anche socialmente, perché finché ci si volterà dall’altra parte quando una giovane donna subisce una molestia, sarà un problema di tutti.
Speriamo vivamente che questo tavolo di lavoro venga attivato il prima possibile e che, all’interno di questo, vi sia la possibilità di includere nei programmi di sensibilizzazione e formazione anche il personale delle Forze dell’Ordine tutto. Consce del fatto che il lavoro da fare è molto e la strada ancora lunga, speriamo vivamente che di questi temi si continui a parlare e che le parole del Sindaco di Genova e del Presidente di Regione, non siano parole al vento.
Grazie a Kimberly, a Benedetta e a tutte quelle donne e ragazze che non sono rimaste in silenzio.
Di seguito trovi un documento redatto da Benedetta Castellaro in cui puoi raccontare la tua testimonianza su molestie e violenze subite a Genova. Puoi anche firmare la petizione lanciata da Benedetta. Tutte insieme, tutte unite contro le molestie.
Oltre alle molestie “casuali”, da sconosciuti, UDI lavora da tempo per una modifica al Testo unico per la salute e la sicurezza sul lavoro. Lo scopo è che le molestie e i ricatti sessuali nel mondo del lavoro siano considerati un problema di sicurezza sul lavoro, con tutte le conseguenze che ne derivano. Scopri come firmare questa petizione.