Riportiamo una parte della bella intervista uscita su Noi Donne a sostegno del nuovo Circolo UDI “Margherita Ferro” in Val Polcevera.
Sabato, 09/01/2021 – A un anno dalla costituzione di un nuovo circolo dell’Udi a Genova, nelle vicinanza del ponte Morandi, raccogliamo le riflessioni delle volontarie che sono riuscite a dare vita a non poche iniziative nonostante i problemi causati dalle difficoltà degli spostamenti e dalle limitazioni agli incontri in presenza dovuti alla pandemia.
L’Udi di Genova/Val Polcevera arriva a un traguardo importante, quale?
Lilia. Il Circolo UDI “Margherita Ferro” in Val Polcevera, poco distante dal ponte S.Giorgio, si è costituito il 14 dicembre 2019. Abbiamo festeggiato il primo compleanno in modalità on line, all’incontro ha partecipato Giulia Potenza che ha dato il benvenuto alle nuove iscritte UDI. Anche se la modalità a distanza ci ha rese un po’ “formali”, abbiamo ribadito che la voglia di far partire nuovi progetti è molto forte: infatti, sempre a causa della crisi pandemica legata al coronavirus, molte proposte, che erano già in fase di elaborazione, hanno subito bruschi rallentamenti.
Quali eventi avete programmato e in che modalità si svolgeranno?
Lilia. I progetti, che sono rimasti in stand-by sono sempre pronti a partire sperando nel miglioramento nei mesi a venire. La sede del Circolo sarà integrata con le attività del Centro Antiviolenza della Val Polcevera che sarà inaugurato nel prossimo mese di Aprile.
Nei mesi estivi siamo riuscite ad allestire tavolini per strada e raccogliere firme a sostegno della petizione dell’UDI contro le molestie nei luoghi di lavoro.
Ora si stanno diffondendo i calendari, e il tesseramento si è concluso raddoppiando le iscrizioni.
Complici le crisi che hanno colpito la zona (es. crollo Ponte Morandi) unite alla continua evoluzione dell’area (creazione della metropolitana, utilizzo di una rete ferroviaria in disuso come scambio merci) si ottiene come risultato un quartiere in continuo cambiamento, che magari si arricchisce dal punto di vista multiculturale – con l’arrivo di migranti – ma in cui si evidenzia la mancanza di punti di riferimento. Contare sulla presenza dell’Associazione in periferia ci permette di essere pronte a diffondere le proprie idee e, magari, ad incidere sulle politiche del territorio.