Ieri mattina abbiamo partecipato insieme ad altre associazioni, tra cui UDI Savona, alla V Commissione della Regione Liguria. Argomento: l’accesso delle donne alle discipline STEM.
Con questo si indicano le discipline scientifico-tecnologiche (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) e i relativi corsi di studio. In italiano è talvolta anche usato l’acronimo STIM, nel quale la “I” di ingegneria sostituisce il corrispettivo inglese.
“Nel quinquennio 2020-2024, le imprese avranno bisogno di circa 1,5 milioni di occupati in possesso di competenze digitali di base”. È una delle premesse su cui si apre il rapporto del 2020 sugli studenti STEM in Italia. È una domanda importante, che porta a chiedersi quanto le donne abbiano accesso a queste professioni. [Leggi il rapporto]
In molti settori purtroppo rimane lo stereotipo che la scienza sia “roba da maschi”, anche nei formatori che dovrebbero incoraggiare le studentesse a perseguire i loro interessi. Negli Stati Uniti alcuni studi hanno evidenziato che lo scoraggiamento delle bambine a interessarsi a materie scientifiche, indirizzandole verso invece percorsi più umanisti, comincia già dalla prima elementare.
La fotografia delle Università italiane che questo rapporto scatta risponde alle statistiche mondiali. Se il 55% del corpo studentesco universitario italiano è composto da giovani donne, solo il 37% di loro ha intrapreso un percorso STEM.
Una percentuale a rovescio rispetto ai colleghi di sesso maschile.
C’è chi parla di un allarmismo non necessario, eppure è importante garantire lo stesso accesso alla formazione e alle opportunità di carriera a tutti gli studenti, a prescindere dal sesso.
Abbiamo portato le nostre idee e posizioni in Commissione, e le nostre proposte hanno trovato appoggio presso alcune delle altre associazioni presenti. Vedremo come la Regione Liguria deciderà di investire l’investimento stanziato dalla Ministra Bonetti per cercare di intervenire su questa tendenza.
Di seguito la nostra memoria depositata in Regione.
Approfondimento in merito all’accesso delle donne alle discipline STEM
La tecnologia digitale consente nuove modalità di fruizione dell’offerta culturale, costituisce un nuovo tipo di impresa, richiede la formazione di nuove professionalità e promuove un modello sociale che rivede fortemente le modalità di organizzazione dei tempi e degli spazi di lavoro. Lo abbiamo sperimentato tutti in maniera intensiva nell’ultimo anno con la situazione generata dal COVID 19.
Una diffusione capillare della cultura digitale si rende necessaria per sfruttarne appieno le potenzialità,difendersi dalle distorsioni, favorirne l’accettazione sociale, orientare i giovani e le giovani verso nuovi sbocchi occupazionali e lavori stabili, flessibili e adeguatamente retribuiti, con possibilità di sviluppo personale e professionale in ambienti stimolanti e innovativi.
Alla base, occorre una preparazione tecnica, una forma mentis logica, capacità di analisi e di ragionamento: una sintesi tra la tradizione umanistica classica, il pensiero computazionale e gli strumenti tecnologici più innovativi .
La scarsa presenza femminile nelle professioni digitali e tecnologiche è solo la punta di una piramide che vede le basi in un digital divide di genere che si esplica anche a livello di accesso alla Rete e uso delle nuove tecnologie. Non stupisce che l’accesso a Internet e l’utilizzo da parte delle donne delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione come azione di sviluppo ed empowerment sia stato inserito come obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Il digital divide tra studenti e lavoratori maschi e studentesse e lavoratrici femmine si radica in una cultura tecnica connotata tradizionalmente come maschile. Pregiudizi culturali, e dimensioni latenti della socializzazione e dell’apprendimento (il cosiddetto curriculum nascosto) impediscono di fatto il contributo delle capacità organizzative, tecniche, creative e scientifiche delle donne allo sviluppo del Paese.
È noto come gli attuali percorsi di studio non siano in grado di formare un numero sufficiente di specialisti rispetto a una domanda di mercato crescente. Occorre colmare questo divario e offrire solidi percorsi di istruzione e formazione volti a formare figure legate alle professioni Tech, assolutamente strategiche per la crescita e lo sviluppo del Paese.
Bene ha fatto la Ministra Bonetti a investire la considerevole somma di 2 milioni di euro per sviluppare e rafforzare le materie STEM soprattutto a favore delle ragazze e delle bambine, con l’obiettivo di rompere lo stereotipo che le STEM siano scienze prioritariamente maschili.
Secondo la Ministra “La formazione nelle discipline Stem è fondamentale per abilitare le donne ad accedere ai ruoli più qualificati di leadership, che nei prossimi anni nasceranno sotto l’impulso dei grandi investimenti dell’Ue nella transizione green e nella transizione digitale” che sono i temi oggetto dal PNRR. La Ministra ha lanciato con i soggetti Istituzionali competenti un programma per avviare la Strategia Nazionale per la parità di genere 2021-2025” che rappresenta un impegno collettivo per ridurre il gap di genere e favorire la ripartenza, anche economica, di tutto il Paese in una visione inclusiva e non soltanto al maschile”.
Alla luce delle indicazioni nazionali e del periodo di sviluppo a cui anche la Regione Liguria partecipa, la nostra Associazione intende collaborare proponendo obiettivi concreti per contrastare il digital divide di genere:
- Rafforzare l’orientamento scolastico per orientare le giovani studentesse nella scelta di studi in ambito tecnologico, informatici e digitale, anche attraverso la valorizzazione di modelli di donne affermate nelle professioni scientifiche, tecnologiche e digitali.
- Promuovere un’educazione digitale adeguata come diritto fondamentale per garantire l’accesso alla Rete e l’uso consapevole di internet e dei mezzi tecnologici
- Favorire la collaborazione tra le scuole e le importanti manifestazioni culturali e scientifiche locali: Festival della Scienza, Salone Orientamenti, Salone Nautico, Euroflora
- Potenziare la resilienza delle nuove generazioni per far fronte al dinamismo della domanda di lavoro, stimolando la partecipazione a percorsi di formazione, di aggiornamento, e di riflessione sul tema del lavoro e della flessibilità richiesta in termini di pensiero, studio e attività.
- Implementare le discipline STEM nei corsi di formazione professionale e in particolare stimolare i docenti a farsi promotori verso le alunne.
Ci rendiamo disponibili alla co-progettazione in partenariato.
U.D.I.
Unione Donne in Italia
Genova, 16 luglio 2021
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